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La Buca della Marinite logo CSE
Antonio MARINO
Centro speleologico Etneo


Pubblicato su: "Atti del 2° Convegno regionale di Speleologia" Catania 8-11 Dicembre 1994 - Bollettino dell'Accademia Gioenia di Scienze Naturali, Vol.27 n.348

Riassunto

La Buca della Marinite rappresenta la principale cavità finora scoperta nella frattura del 1928 che provocò la distruzione dell'abitato di Mascali. Pur essendo di modeste dimensioni, 50m circa di profondità per un'estensione inferiore ai 200m, presenta una complessità di morfologie che la distinguono dalle altre cavità di frattura etnee di sviluppo notevolmente maggiore.

Al suo interno osserviamo due diversi livelli di sviluppo raggiungibili da due ingressi, il secondo dei quali è stato allargato per poter consentire il passaggio; inoltre due larghi pozzi paralleli, nella zona più profonda, che però non danno luogo a prosecuzione.

Come ormai accertato in tutte le altre grotte in frattura, anche in questa esistono evidenti mineralizzazioni sulle pareti e sul pavimento. Inizialmente si era creduto appartenessero a diversi composti minerali, ma da un più attento esame si è appurato che si tratta solo di concrezioni e cristallizzazioni di Solfato di Calcio idrato ovverosia Gesso. Lo studio di questa cavità rientra in un programma di ricerca avviato dal 1991 sulle fratture eruttive dell'area etnea.

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