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Islanda 2002
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Spedizione Vulcano-Speleologica in occasione del X Simposio Internazionale di Vulcanospeleologia a Reykjavik

Il gruppo, partito il 12 Agosto 2002, nonostante le pessime condizioni meteo incontrate, ha esplorato una parte della gigantesca colata generata dalla frattura eruttiva del Laki apertasi nel 1783. La zona della colata dove si concentrava il sistema di tunnel lavici era stata scoperta e parzialmente esplorata da una grossa spedizione scientifica nel 2000, organizzata da Christopher Wood della School of Conservation of Sciences (UK). I soci del CSE hanno topografato un nuovo tunnel (foto), esplorandone nel contempo altri precedentemente segnalati.

I quattro membri della spedizione (Renato Bonaccorso, Antonio Marino, Francesco Petralia, Barbara Sgarlata) si sono inoltre uniti ai soci della Icelandic Speleological Society durante alcuni "raid" di prospezione in delle cavità segnalate da gruppi di escursionisti.
Gli islandesi che praticano assiduamente l'attività speleologica sono molto pochi ed accettano di buon grado collaborazioni esterne per l'esplorazione e la ricerca di tunnel lavici nelle enormi distese di lave che caratterizzano il loro territorio. In quest'ottica, il X Simposio Internazionale di Vulcanospeleologia è stato particolarmente proficuo nel coinvolgere specialisti di tutto il mondo nelle problematiche delle grotte islandesi. Territori ancora inesplorati, quindi, ma anche necessità di salvaguardia di ciò che è stato già scoperto. John Pint ha realizzato una bella pagina web relativa al Simposio sul sito:
http://www.saudicaves.com/iceland/index.html.

La maggior parte delle grotte di scorrimento lavico islandesi sono infatti caratterizzate dalla presenza di spettacolari formazioni laviche legate alle particolari condizioni fisico-chimiche dei magmi. Tali formazioni sono a volte fragilissime ed un visitatore poco attento potrebbe distruggerle per sempre. Sottili cannule, stalattiti e stalagmiti di lava, colature, cascate e fiumi, vetrificati come per incanto, rappresentano delle meraviglie naturali da ammirare e preservare.
Un esempio eclatante, che può riassumere le diverse morfologie delle grotte laviche islandesi, è costituito dalla Grettishellir 2, esplorata da Francesco Petralia insieme a Jakob Guðbjartsson e poi rivisitata in occasione delle escursioni post-simposio dai partecipanti. La “G-2”, scoperta nella regione del Kjolur intorno agli anni ’70, è un sistema di tunnel lavici particolarmente articolato e dalla sezione schiacciata e non particolarmente ampia ma è presente una tale quantità di colature di lava dalla volta che ha dato origine a vere e proprie foreste di stalagmiti, mai riscontrate nelle grotte vulcaniche dell’Etna.


Islanda2002Foto: F. Petralia

Islanda2002Foto: R. Bonaccorso

Islanda2002Foto: F. Petralia

Se agli albori della speleologia prevaleva l'aspetto puramente esplorativo e scientifico, oggi l'intento dei gruppi speleologici è sempre più proiettato verso la protezione delle grotte, attraverso la conoscenza e l'istruzione. Come l’ISS, anche il CSE, ormai da anni, collabora con Enti pubblici con l'intento di preservare le grotte, laviche e non, insieme all'ambiente che le circonda. Purtroppo, nonostante gli sforzi profusi, non sempre si ottengono i risultati voluti.

Nel caso della Spedizione "Islanda 2002" alcuni obiettivi sono stati raggiunti, grazie anche alla collaborazione degli speleologi dell'ISS. L'esplorazione del campo lavico dell'Eldhraun ha apportato nuove conoscenze. Due lavori sono stati presentati al decimo Simposio Internazionale di Vulcanospeleologia, suscitando un notevole interesse sulle grotte dell'Etna e della Sicilia.

Adesso sta a tutti noi fare in modo che i posteri (nipoti o turisti, speleologi o no), possano gioire delle bellezze nascoste che può offrire la nostra Terra, avendo cura di preservarle nella loro interezza.
Un ringraziamento particolare va al presidente dell'ISS, Sigurdur Sveinn Jonsson, ed al collega Jakob Þór Guðbjartsson per l’assistenza logistica, le escursioni e le preziose indicazioni, nonché per l’eccellente organizzazione del simposio.


Testo di Francesco Petralia, immagini di Francesco Petralia e Renato Bonaccorso.




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