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Rifugi antiaerei a Catania
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L'istituzione dei rifugi antiaerei

Il Regio Decreto Legge 24 settembre 1936-XV n. 2121 imponeva l'obbligo di apprestare un rifugio antiaereo in ciascun fabbricato di nuova costruzione, o in corso di costruzione, ad uso di abitazione.
Nel primo articolo si imponeva a Enti o privati la realizzazione del rifugio - a proprie spese - utilizzando piani interrati, seminterrati, o in mancanza, il piano terra.
Nel secondo articolo si dettava quali caratteristiche tecniche doveva avere il rifugio.
Nel terzo articolo si fa riferimento ad un elenco di Comuni nei quali si dovevano applicare tali norme.
Nel quarto articolo si disponeva che tali Comuni dovevano accertare le eventuali inadempienze e in tal caso negare il nulla osta di abitabilità degli edifici ai costruttori.
Nel quinto articolo si precisavano le modalità di punizione per i contravventori.

I Rifugi a Catania

A Catania molti edifici si dotarono di rifugi adattando e rinforzando i locali scantinati, nelle piazze l'UNPA (unione nazionale protezione antiaerea) li fece realizzare a forma di stretti cilindri in cemento e seminterrati. Tre edifici pubblici (la Regia Questura in via S. Barbara, la caserma dei Regi Carabinieri di piazza Verga e sotto la Regia Prefettura in via Manzoni) furono dotati di rifugi interamente a carico dello stato con attrezzature e comodità all'avanguardia per l'epoca. Furono adattati a rifugio anche insigni monumenti del passato come l'anfiteatro di piazza Stesicoro e il teatro greco (allora era una specie di condominio)
Furono adatti a rifugio pure le cave di rena rossa e le grotte di scorrimento, spesso direttamente dagli abitanti del luogo e dei cavatori e solo in parte a spese dello Stato.

Rifugio di via Daniele
Rifugio di via Daniele. Foto: A. Marino

Il rifugio di via Daniele

Il rifugio di via Daniele è il più grande di quelli noti. Si estende alcune centinaia di metri, in parte sotto via Plebiscito. Il rifugio è, in realtà, una grande cava di ghiara, riadattata in alcune sue parti con opere di consolidamento delle pareti, sedili ed altri servizi. Poteva ospitare diverse centinaia di persone, era dotato di servizi igienici per donne e per uomini, un altarino e cosa insolita un poderoso pilastro centrale a forma di fascio littorio. Disponeva di tre ingressi, uno attualmente è sepolto sotto il marciapiede di via Plebiscito.
Stato di conservazione: ottimo

Rifugio di via Daniele
Rifugio di via Daniele. Foto: A. Marino

Il rifugio di via Cardì

Il rifugio è ben conservato, occupa una porzione di una vasta cava, che comunica attraverso una comoda e lunga galleria con un altro rifugio, ormai sepolto sotto il nuovo edificato. Questo secondo rifugio, forse era adibito ad infermeria di emergenza, perché presenta cumuli di materiale e attrezzature arrugginite per ortopedia.
Stato di conservazione: discreto

Rifugio via Cardì
Rifugio di via Cardì. Foto: R. Bonaccorso
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